Chi siamo


Gli archetipi della sua terra, i simboli e l’immaginario culturale della sua città, sono tutti presenti nel lavoro artistico di Vito Moccia, sia nella pittura che nella scultura. Quest’ultima diventa anche progetto di Pubblic Art, grande cultura in spazi aperti, in cui il gioco delle forme, superando la narrazione descrittiva, si apre all’interazione con il pubblico, ridefinendo e ridisegnando lo spazio urbano.
Il lavoro di Vito Moccia scorre a pieni passi nella contemporaneità e, superando le barriere territoriali, interseca la ricerca internazionale, laddove l’arte, in un contesto totalmente globalizzato, gioca sul superamento dello specifico, dal confine allo sconfinamento, dal luogo a non luogo.
Il confine di Moccia (e del suo pseudonimo e alter ego M-occia) è il suo genius loci, che significa recupero della manualità, del disegno, della pittura, della scultura ma soprattutto recupero di un linguaggio, sempre oggettivato nella forma, di elementi costitutivi dell’antropologia culturale di un retroterra, di una memoria collettiva
Questo confine è il frutto di un processo creativo in cui precipitano più linguaggi, pittura, scultura, arti applicate, ma frutto anche di una identità antropologica che rinvia ad una sensibilità mediterranea
Perciò Vito Moccia si avvia verso quello sconfinamento che supera i limiti territoriali, perchè l’arte può essere una lente di ingrandimento…può aiutare a superare i luoghi comuni…può aiutare ad uscire dai confini e a sdoganare il pensiero e farlo volare alto
L’arte per definizione è sempre un’operazione chhe fonda un “non-luogo”, è contro la stsi geografica. Fonda un territorio che io chiamo “magico”, un luogo che celebra per definizione la coesistenza delle differenze e quindi il superamento dei pregiudizi e dei luogi comuni. (A.Bonito Oliva)
Mirella Casamassima

Galleria M-occia